giovedì 25 agosto 2016

Mangiare carne sta diventando qualcosa di cui vergognarsi o da rivendicare con l’orgoglio dei peccatori irriducibili

Sarantis Thanopulos, psichiatra e psicoanalista, nel suo pessimo articolo pubblicato su il manifesto il 5 agosto, una cosa sensata la dice: "Mangiare carne sta diventando qualcosa di cui vergognarsi o da rivendicare con l’orgoglio dei peccatori irriducibili".

Effettivamente è così, ma non perché l'esigua minoranza vegana (nel 2016 in Italia l'1% della popolazione), imponendo la propria morale, metta in difficoltà il resto della società, spingendola a difendersi con reazioni di vergogna o spavalderia - due facce della stessa medaglia. È così semplicemente perché l'esigua minoranza antispecista e vegana, con il semplice fatto di esistere, mostra e dimostra che lo sfruttamento e l'uccisione degli animali nonumani non sono pratiche necessarie alla sopravvivenza umana, ma sono atti di violenza ingiustificabili.

Di fronte a queste evidenze, è naturale che chi mangia carne si senta in difetto e si difenda vergognandosi o rivolgendosi con arroganza a chiunque non sia complice di tali crimini.

Nonostante queste evidenza, i vegani continuano ad essere bersaglio non solo di derisione, ma addirittura di odio e censura. Se per amici, colleghi, conoscenti e pure perfetti sconosciuti, ogni occasione è buona – soprattutto sui social – per bersagliare i vegani con sciocche battute da bar sport, a gettare benzina sul fuoco ci pensano politici e giornalisti in cerca di consenso facile.

Basti pensare che i grandi media li descrivono costantemente come folli fanatici che lasciano morire i propri figli per mancanza di vitamina B12 (negli ultimi mesi sono stati non pochi i “mostri  vegani” sbattuti in prima pagina) e la politica tenta addirittura a criminalizzarli: è di poche settimane fa la notizia che una deputata di Forza Italia ha presentato alla Camera un disegno di legge per vietare ai genitori di crescere i figli seguendo una dieta nonviolenta, pena il carcere – e per fortuna che sono i vegani ad essere spesso e volentieri etichettati come nazifascisti! L'attacco politico-mediatico, pur facendo crescere un vero e proprio sentimento di odio verso i vegani, si infrange in ogni caso sul corpo dei vegani stessi, che – come abbiamo detto – sono la prova vivente del fatto che un altro mondo non solo è possibile, ma già esiste – basta volerlo.