sabato 16 maggio 2020

Guardare oltre la gabbia. Liberare gli/le altr* animali e liberare noi stess*

È drammatico essere immers* in una società impaziente di "tornare alla normalità", quando quella che viene percepita come "normalità" è una realtà fatta di profonda disuguaglianza, ingiustizia e sfruttamento.

La "normalità" è insomma l'assoggettamento del 99% della popolazione all'1% più ricco.

Il fatto che questo stato di cose sia percepito come "normale", preclude ogni possibilità di lotta, di rovesciamento e sovversione del presente, per costituire un futuro equo.

Siamo anestetizzat*. Il capitalismo avanzato ci "offre" la speranza/illusione di una lunga sopravvivenza individuale, al prezzo della rinuncia anche solo all'idea della possibilità di un cammino comune e condiviso di emancipazione.

Oggi più che mai è necessario riscoprire l'animalità che sta alla base delle nostre vite, soffocata dalle maschere e dalle illusioni dell'Umanità.

Come squarciare il velo? Come sparigliare le carte? Come risvegliare le masse schiavizzate e rovesciare il tavolo? La filosofia e la pratica antispeciste rappresentano oggi le più forti - o forse le uniche - armi efficaci per chi voglia lottare per la liberazione, a partire da quella umana.

Guardare oltre la gabbia, guardare negli occhi gli/le altr* animali. Riconoscerl* e riconoscersi. Le vacche, le scrofe, i polli, i vitelli, i tonni, i cinghiali, i conigli e qualsiasi altr* animale che, da qualche parte nel mondo, sia reclus* e venga alimentat* e tenut* in vita, in attesa di essere macellat*: guardare negli occhi quest* animali e comprendere la comune radice di ogni dinamica di dominio.

Certo, non "siamo tutti sulla stessa barca", ciascun essere umano occupa potenzialmente posizioni privilegiate rispetto ad altri esseri umani (in base al sesso, al genere, all'etnia, alla condizione sociale e ad una lunga serie di altre condizioni) e tutti gli esseri umani vivono una condizione di privilegio rispetto agli/alle altr* animali, che vengono massacrat* sadicamente a milioni ogni istante.

Come restare indifferenti davanti ad una realtà così atroce?

Riscoprire la nostra animalità ci costringe a mettere a fuoco la nostra condizione. Cosa è "naturale"? Cosa è "normale"? Le nostre condizioni di vita sono accettabili?

Riscoprire la nostra vicinanza con gli/le altr* animali, con la loro condizione infame e mettervi fine, è oggi forse l'unica strada per un risveglio collettivo, per mettere fine ad ogni forma di prevaricazione e dominio e iniziare a vivere, collettivamente, una vita che valga la pena di essere vissuta.

È oggi tecnicamente impossibile praticare - e anche solo immaginare - la lotta di classe, senza passare per la liberazione animale.

La liberazione, oggi, o è totale o non è.


domenica 21 maggio 2017

Dopo la rivoluzione liberale, Berlusconi tenta la rivoluzione animalista


Non è la prima volta che Silvio Berlusconi dimostra attenzione per le tematiche animaliste, ma questa volta - partecipando al lancio del Movimento Animalista guidato da Michela Vittoria Brambilla - si è spinto oltre, assicurando il sostegno di Forza Italia alle proposte in favore del benessere degli animali. Berlusconi ha anche voluto dare una serie di consigli pratici al nascente movimento, rassicurando i presenti circa le potenzialità, anche elettorali, di chi si batte per la difesa degli animali: "Un sondaggio su un campione di 2mila persone indica che se alle prossime elezioni si presentasse un movimento per la difesa dei diritti degli animali e dell'ambiente avrebbe il 20%".

Da destra a sinistra, molte persone che hanno visto sempre denigrare le questioni animaliste dai partiti classici, hanno deciso di aderire al movimento e non sono mancante nemmeno adesioni di attivisti provenienti da molte associazioni animaliste. Naturalmente non sono mancante nemmeno le critiche, molti animalisti e antispecisti ritengono che Berlusconi e i suoi siano semplicemente a caccia di voti e che cerchino di "pescare" nel bacino potenzialmente sconfinato - in particolar modo in un momento di sfiducia generale nei confronti della politica - degli "amanti degli animali".

C'è sicuramente qualcosa di vero in questo, con il centrodestra in evidente difficoltà, l'ostilità che si respira spesso a sinistra nei confronti dei "diritti animali" e l'attenzione per il benessere degli animali in costante crescita tra la cittadinanza, perché non provare ad accaparrarsi le simpatie degli animalisti?

Certo non ci troviamo di fronte a un soggetto antispecista e nemmeno a proposte radicali di liberazione animale e di liberazione totale, ma quella di Berlusconi e Brambilla è comunque una operazione non solo legittima, ma anche interessante, perché potrebbe portare anche le altre formazioni a rivedere le proprie posizioni rispetto alla questione animale.

Sul manifesto del Movimento, si leggono i pochi, semplici e chiari punti a partire dai quali il movimento intende muovere i primi passi: "SÌ AL RICONOSCIMENTO, IN COSTITUZIONE E QUINDI NELLE NOSTRE LEGGI, DEGLI ANIMALI COME ESSERI SENZIENTI E PORTATORI DI DIRITTI; SÌ AL CARCERE CERTO PER CHI MALTRATTA E UCCIDE GLI ANIMALI; NO AD OGNI FORMA DI SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI; NO ALLA PIAGA DELL’ABBANDONO E AL RANDAGISMO CHE NE DERIVA; NO AI DIVIETI D’ACCESSO CHE LIMITANO LA LIBERTÀ DEI PROPRIETARI DI ANIMALI; SÌ AD UN SISTEMA SANITARIO NAZIONALE PER CURARE GLI ANIMALI DELLE FAMIGLIE MENO ABBIENTI".

Nulla di rivoluzionario, ma una base concreta con obiettivi raggiungibiliquestioni che toccano sia il benessere degli animali, sia la quotidianità delle persone che vivono con gli animali - che poi sono quelle che votano, quelle che è necessario convincere. Un pragmatismo che è mancato fino ad oggi ai movimenti per la liberazione animale, che non sono mai riusciti ad accordarsi nemmeno su poche e semplici proposte e hanno sempre rifiutato la partecipazione alle competizioni elettorali, condannando le loro istanze a restare sempre e solo parole scritte sulle pagine dei libri dei tanti intellettuali che animano il mondo animalista e antispecista.

La responsabilità della marginalità politica che ancora oggi vive la questione animale è soprattutto degli animalisti e degli antispecisti. Il Movimento Animalista potrebbe riuscire a fare ciò che non si è riuscito a fare fino ad oggi: spingere la politica a prendere sul serio la questione animale.

giovedì 25 agosto 2016

Mangiare carne sta diventando qualcosa di cui vergognarsi o da rivendicare con l’orgoglio dei peccatori irriducibili

Sarantis Thanopulos, psichiatra e psicoanalista, nel suo pessimo articolo pubblicato su il manifesto il 5 agosto, una cosa sensata la dice: "Mangiare carne sta diventando qualcosa di cui vergognarsi o da rivendicare con l’orgoglio dei peccatori irriducibili".

Effettivamente è così, ma non perché l'esigua minoranza vegana (nel 2016 in Italia l'1% della popolazione), imponendo la propria morale, metta in difficoltà il resto della società, spingendola a difendersi con reazioni di vergogna o spavalderia - due facce della stessa medaglia. È così semplicemente perché l'esigua minoranza antispecista e vegana, con il semplice fatto di esistere, mostra e dimostra che lo sfruttamento e l'uccisione degli animali nonumani non sono pratiche necessarie alla sopravvivenza umana, ma sono atti di violenza ingiustificabili.

Di fronte a queste evidenze, è naturale che chi mangia carne si senta in difetto e si difenda vergognandosi o rivolgendosi con arroganza a chiunque non sia complice di tali crimini.

Nonostante queste evidenza, i vegani continuano ad essere bersaglio non solo di derisione, ma addirittura di odio e censura. Se per amici, colleghi, conoscenti e pure perfetti sconosciuti, ogni occasione è buona – soprattutto sui social – per bersagliare i vegani con sciocche battute da bar sport, a gettare benzina sul fuoco ci pensano politici e giornalisti in cerca di consenso facile.

Basti pensare che i grandi media li descrivono costantemente come folli fanatici che lasciano morire i propri figli per mancanza di vitamina B12 (negli ultimi mesi sono stati non pochi i “mostri  vegani” sbattuti in prima pagina) e la politica tenta addirittura a criminalizzarli: è di poche settimane fa la notizia che una deputata di Forza Italia ha presentato alla Camera un disegno di legge per vietare ai genitori di crescere i figli seguendo una dieta nonviolenta, pena il carcere – e per fortuna che sono i vegani ad essere spesso e volentieri etichettati come nazifascisti! L'attacco politico-mediatico, pur facendo crescere un vero e proprio sentimento di odio verso i vegani, si infrange in ogni caso sul corpo dei vegani stessi, che – come abbiamo detto – sono la prova vivente del fatto che un altro mondo non solo è possibile, ma già esiste – basta volerlo.

mercoledì 13 luglio 2016

Abolire una pratica violenta, per dare un senso alla vita e alla morte di un violento


Astraendo la tragica morte del ventinovenne Victor Barrio dal contesto in cui è avvenuta, è impossibile non sentirsi a lui vicini, immaginando il terrore che il giovane deve aver provato poco prima di spegnersi. Analizzando però i fatti, abbandonando ogni astrazione, non possiamo scordare che Victor Barrio era lì per dare spettacolo, dare spettacolo torturando e uccidendo un animale innocente e totalmente estraneo al sadismo umano che spinge troppe persone a considerare divertente, emozionante e appassionante assistere all'uccisione di un essere senziente. Di fronte alla realtà, pur continuando a provare dispiacere per la giovane vita spezzata, è inevitabile sentirsi più vicini al toro che al violento Victor Barrio.

Centinaia di persone pagano ogni settimana per assistere a questi macabri spettacoli e molte di più  vi assistono in diretta televisiva, con la stessa leggerezza con la quale si assiste ad una partita di calcio. Erano ben 31 anni che un torero non veniva ucciso da un toro, ad ogni spettacolo sono invece i tori a morire – insomma tutto va (quasi) sempre “come deve andare”.

Purtroppo non saranno le migliaia di tori massacrati per la soddisfazione di esseri umani che godono di fronte alla morte a far riflettere seriamente la società specista sull'opportunità di superare una tradizione che esalta la violenza verso gli animali non umani. Ci auguriamo però che almeno la morte insensata di un umano - il giovane massacratore Victor Barrio - spinga la cittadinanza spagnola a chiedere a gran voce l'abolizione di una pratica ignobile.

Ce lo auguriamo perché solo così la vita e la morte del violento Victor Barrio non saranno state completamente inutili.

venerdì 10 giugno 2016

Il 2016 è l'Anno Internazionale dei Legumi. Lo sapevi?

Pochi lo sanno, ma la 68ª Assemblea Generale dell'ONU, con lo slogan "semi nutrienti per un futuro sostenibile", ha dichiarato il 2016 "Anno Internazionale dei legumi", al fine di aumentare la consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi, incrementarne la produzione e il commercio, e incoraggiare utilizzi nuovi e più intelligenti lungo tutta la catena alimentare.

"I legumi possono contribuire in modo significativo ad affrontare la fame, la sicurezza alimentare, la malnutrizione, le sfide ambientali e la salute umana", ha affermato durante la cerimonia di lancio Ban Ki-moon, Segretario Generale dell'ONU. Queste parole riassumono in modo semplice l'importanza di questi alimenti, troppo spesso sottovalutati in occidente.

Purtroppo siamo arrivati a metà giugno e in Italia si è visto poco o nulla a livello di promozione dell'iniziativa, dato che le istituzioni e i media non le hanno dato grande rilievo. A questo punto sono i cittadini a doversi attivare, facendo quello che è alla loro portata fare. Un suggerimento? Contattate i vostri amministratori locali e chiedete loro di organizzare una serata sul tema, il pianeta vi ringrazierà!

Per maggiori informazioni, curiosità e ricette sfiziose, visitate il sito FAO dedicato all'iniziativa: www.fao.org/pulses-2016/about/it



mercoledì 8 giugno 2016

So' Mare Vegana - Festival vegan di montagna (17-18-19 giugno 2016, Badia Calavena - VR)

Nel cuore del Veneto conservatore e tradizionalista, tra i monti della Lessinia, mai ci si aspetterebbe di trovare un Vegan Festival. E invece, in una terra di carnivori e cacciatori convinti, da ben quattro anni l'associazione culturale Menego Maistro organizza So' Mare Vegana, una tre giorni di cucina vegan, conferenze su omeopatia, medicina alternativa, agricoltura biologica, erbe selvatiche, presentazioni di libri, passeggiate nel verde, musicoterapia, meditazione e tanto altro.

Sulla pagina facebook dell'evento, troverete il programma dettagliato del festival: https://www.facebook.com/events/1088420141214070/

Un appuntamento da non perdere, soprattutto per chi nel 2016 è ancora legato al miope tradizionalismo farcito di violente abbuffate di carne!


martedì 7 giugno 2016

Palitana, la prima città vegetariana al mondo

Non è una notizia freschissima, ma vale la pena riportarla, perché è una di quelle questioni sulle quali vale la pena riflettere.

Dal 2014, nella città indiana di Palitana nello stato del Gujarat, sono vietate la macellazione e la vendita di carne, pesce e uova. Il provvedimento è stato preso dal governo locale in seguito ad un prolungato sciopero della fame di oltre 200 monaci giainisti, molti influenti nella "città dei templi".

Il giainismo è una religione antichissima che si basa sulla nonviolenza e sul rispetto di ogni essere vivente e per questo esclude, per qualsiasi ragione, che gli esseri umani possano uccidere o sfruttare gli altri animali.

La decisione ha fatto ovviamente discutere. Soprattutto la minoranza musulmana (20-25%) presente in città, ha considerato il provvedimento un attacco alla libertà personale. Ha veramente senso parlare di "proibizionismo" o di attacco alla libertà personale, quando un provvedimento altro non fa che tutelare il benessere di altri esseri viventi?

Voi come la pensate?