domenica 21 maggio 2017

Dopo la rivoluzione liberale, Berlusconi tenta la rivoluzione animalista


Non è la prima volta che Silvio Berlusconi dimostra attenzione per le tematiche animaliste, ma questa volta - partecipando al lancio del Movimento Animalista guidato da Michela Vittoria Brambilla - si è spinto oltre, assicurando il sostegno di Forza Italia alle proposte in favore del benessere degli animali. Berlusconi ha anche voluto dare una serie di consigli pratici al nascente movimento, rassicurando i presenti circa le potenzialità, anche elettorali, di chi si batte per la difesa degli animali: "Un sondaggio su un campione di 2mila persone indica che se alle prossime elezioni si presentasse un movimento per la difesa dei diritti degli animali e dell'ambiente avrebbe il 20%".

Da destra a sinistra, molte persone che hanno visto sempre denigrare le questioni animaliste dai partiti classici, hanno deciso di aderire al movimento e non sono mancante nemmeno adesioni di attivisti provenienti da molte associazioni animaliste. Naturalmente non sono mancante nemmeno le critiche, molti animalisti e antispecisti ritengono che Berlusconi e i suoi siano semplicemente a caccia di voti e che cerchino di "pescare" nel bacino potenzialmente sconfinato - in particolar modo in un momento di sfiducia generale nei confronti della politica - degli "amanti degli animali".

C'è sicuramente qualcosa di vero in questo, con il centrodestra in evidente difficoltà, l'ostilità che si respira spesso a sinistra nei confronti dei "diritti animali" e l'attenzione per il benessere degli animali in costante crescita tra la cittadinanza, perché non provare ad accaparrarsi le simpatie degli animalisti?

Certo non ci troviamo di fronte a un soggetto antispecista e nemmeno a proposte radicali di liberazione animale e di liberazione totale, ma quella di Berlusconi e Brambilla è comunque una operazione non solo legittima, ma anche interessante, perché potrebbe portare anche le altre formazioni a rivedere le proprie posizioni rispetto alla questione animale.

Sul manifesto del Movimento, si leggono i pochi, semplici e chiari punti a partire dai quali il movimento intende muovere i primi passi: "SÌ AL RICONOSCIMENTO, IN COSTITUZIONE E QUINDI NELLE NOSTRE LEGGI, DEGLI ANIMALI COME ESSERI SENZIENTI E PORTATORI DI DIRITTI; SÌ AL CARCERE CERTO PER CHI MALTRATTA E UCCIDE GLI ANIMALI; NO AD OGNI FORMA DI SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI; NO ALLA PIAGA DELL’ABBANDONO E AL RANDAGISMO CHE NE DERIVA; NO AI DIVIETI D’ACCESSO CHE LIMITANO LA LIBERTÀ DEI PROPRIETARI DI ANIMALI; SÌ AD UN SISTEMA SANITARIO NAZIONALE PER CURARE GLI ANIMALI DELLE FAMIGLIE MENO ABBIENTI".

Nulla di rivoluzionario, ma una base concreta con obiettivi raggiungibiliquestioni che toccano sia il benessere degli animali, sia la quotidianità delle persone che vivono con gli animali - che poi sono quelle che votano, quelle che è necessario convincere. Un pragmatismo che è mancato fino ad oggi ai movimenti per la liberazione animale, che non sono mai riusciti ad accordarsi nemmeno su poche e semplici proposte e hanno sempre rifiutato la partecipazione alle competizioni elettorali, condannando le loro istanze a restare sempre e solo parole scritte sulle pagine dei libri dei tanti intellettuali che animano il mondo animalista e antispecista.

La responsabilità della marginalità politica che ancora oggi vive la questione animale è soprattutto degli animalisti e degli antispecisti. Il Movimento Animalista potrebbe riuscire a fare ciò che non si è riuscito a fare fino ad oggi: spingere la politica a prendere sul serio la questione animale.